martedì 12 maggio 2009

Lo Stardust Village, Medusa e la distribuzione cinematografica

Vi avevo accennato qualcosa sulla società di produzione e distribuzione cinematografica Medusa nel precedente post su Sbirri. Oggi voglio proporvi qualche esempio su come questa società determina ciò che voi vedrete o non vedrete al cinema.

Mi asterrò da discorsi sui massimi sistemi, vi faccio solo ragionare su casi concreti. Il primo lo trovate nell’immagine qui sopra. E’ la programmazione attuale dello Stardust Village, cinema multisala nel quartiere Torrino di Roma. Premetto che ho scelto questo cinema anche perché non ho visto nessuno dei film in programmazione (e non ne vado affatto fiero, anzi…) Però così è chiaro che non ce l’ho con questa o quell’altra pellicola, ma con uno strano meccanismo che porta i gestori delle sale a scegliere i film che proiettano.


Forse pochi sanno, infatti, che la scelta non è poi così autonoma. La stragrande maggioranza delle sale dipendono direttamente da una o dall’altra società (su come funziona questa dipendenza spero di tornare in un post futuro). Nel sito dello Stardust, ad esempio, si legge: "Lo Stardust Village ha scelto per la programmazione l'esperienza e la professionalità di MEDUSA Cinema, che come noi ha un'idea di cinema inteso come crescita culturale."


Quindi, chi gestisce lo Stardust si troverà per forza di cose a scegliere un film non tanto perché migliore di un altro, ma perché appartenente ad una società o meno. Inoltre, i film vengono spesso venduti a pacchetti. Se vuoi il nuovo Batman ti devi beccare anche Moccia. Se vuoi Spielberg, ti becchi la commedia adolescenziale. Ed ecco che una manciata di film viene spalmata su centinaia di sale, con la cara vecchia logica dell’occupazione di tutti gli spazi. Non importa se metà delle sale restano vuote, basta che si impedisca ad altri di partecipare al gioco.

I risultati sono abbastanza divertenti. Intanto, in questo nostro "libero" mercato, se fossi il gestore di una sala e trovassi un film artisticamente eccellente, ed economicamente conveniente, non è detto lo acquisterei. Se invece fossi un alieno ed atterrassi sopra lo Stardust, dando un’occhiata al cartellone dovrei concludere che in Africa, Australia, America Latina e nel resto dell’Europa non si produce neanche un film. Interi generi, come il documentario, sono perle rare da cercare in fondo all’oceano. E moltissime pellicole (alcune prodotte con il contributo dello Stato, e quindi pagate da tutti!) non raggiungono mai la sala.

Per fortuna qualcuno si organizza: voglio chiudere con una manciata di suggerimenti, segnalando chi non sta con le mani in mano e con molta fantasia ci fa vedere il lato invisibile del cinema (molto spesso gratis o ad un prezzo più basso dei circuiti tradizionali). FilmSpray è una rassegna cinematografica di film invisibili; SelfCinema è un’associazione che "adotta" i film, facendo acquistare il biglietto prima che questi arrivino in sala, e quindi pagando da sé la distribuzione. Infine, un interessante articolo su dove possiamo trovare i film non distribuiti in Italia, anche grazie ad internet.

Valerio

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