domenica 24 maggio 2009

LA CRISI A CATENA


Per capire come la crisi finanziaria possa colpire i paesi del terzo mondo bisogna entrare nei meccanismi a monte, capire cosa è successo, e seguire i flussi verso valle. Cosa è successo? Senza scendere in tecnicismi, l'eccesso di credito dato senza controlli sufficienti ha fortemente debilitato banche, assicurazioni, compagnie immobiliari etc.

Sarebbe interessante dilungarsi sulle responsabilità perché saltano immediatamente fuori nomi come Clinton e Greenspan, ma il filo che ho intenzione di seguire è un altro. Date le responsabilità, come è successo? Quali sono state le meccaniche degli eventi?
Tutto questo cercando di non complicarci troppo la vita.

Comincia tutto con una crisi da evitare negli anni '90, e la decisione di evitarla facendo aumentare il consumo. Come si aumenta il consumo? A credito ovviamente, e la crisi venne evitata.
Anni dopo, quel credito/debito è ancora in giro, impacchettato in sofisticati contratti finanzari difficilmente comprensibili (ricordatemi di scrivere un altro articolo sui derivati).

Quando i mutui scadono, cioè quando il debito deve essere ripagato, cominciano i problemi: i debitori non hanno denaro per poter ripagare ed i loro immobili messi a garanzia vengono pignorati. Il mercato immobiliare, con l'immissione di tanta offerta, crolla: i prezzi scendono e le banche non riescono a recuperare il credito.

Le banche, indebitate ed in una situazione difficile, smettono di dare credito e proroghe ad imprese, privati ed altre banche e l'economia rallenta. La mancanza di credito fa fallire imprese e privati intrappolando liquidità nel processo di bancarotta. Dichiarando il fallimento inizia un processo che, a seconda del sistema giuridico, dura un certo periodo di tempo, nel quale il credito non è spendibile.

La mancanza di liquidità fa fallire a loro volta le banche, che si trovano
a non poter ripagare i propri debiti e non poter prendere in prestito da altre banche. Il fallimento di una banca intrappola ancora piu liquidità riducendo ulteriormente la quantità fisica di moneta dell'economia e generando un circolo vizioso.

La crisi si espande a paesi con diversi sistemi finanziari attraverso
il sistema bancario: le banche sono tutte connesse attraverso i mercati monetari. Ed il fallimento di una banca in un paese può intrappolare nel processo di bancarotta liquidità di banche in altri paesi. La crisi si espande così al di fuori dei suoi confini naturali, e la scusa di non avere una economia basata sul credito non funziona da scudo.

I mercati monetari - dove le banche si prestano a vicenda in diverse valute - rallentano, o si bloccano: le banche non hanno fiducia l'una dell'altra, e non vogliono correre il rischio di vedere i loro prestiti intrappolati in processi di bancarotta. Ciò aumenta sensibilmente la probabilita che ciascuna banca vada in bancarotta.

Il processo si espande a macchia d'olio, investendo le banche nei paesi in via di sviluppo, in più, nei paesi in via di sviluppo la crisi arriva attraverso tre ulteriori canali:

1) "Remittances", i soldi che gli emigrati mandano a casa, diminuiscono per via della disoccupazione e dei tagli nei salari nei paesi a monte.
2) Riduzione nel flusso di aiuti internazionali: i pacchetti di stimolo finanziario
nei paesi a monte non sono gratis.
3) Riduzione negli investimenti internazionali: multinazionali in difficoltà
difficilmente decidono di fare investimenti rischiosi in mercati in via di sviluppo.

Inoltre, dove l'industria dipende fortemente da materie prime o tecnologia importata, il rallentamento nei mercati monetari rende molto più difficile, o più caro, ottenere valuta straniera (leggi "dollari") per pagare le importazioni. Le monete locali perdono valore rispetto al dollaro e l'industria locale, indebitata in dollari, non può ripagare.

Tempi cupi per i paesi in via di sviluppo.

Nessun commento:

Posta un commento