lunedì 22 giugno 2009

VIA COL VENTO

Ecco un'altra traduzione di un interessante studio dell'Economist sulla situazione energetica italiana.
Potete trovare l'originale qui.


VIA COL VENTO


L'Italia prova a liberarsi dall'energia importata, ma la strada da fare è ancora lunga.



Raggiungere la vetta nelle classifiche è solitamente un motivo d'orgoglio. Per l'Italia, che dipende dagli altri paesi per l'86% delle proprie necessità energetiche, prima fra tutti gli altri paesi del G8, abbandonare questo primato è una necessità di primaria importanza. Così quando Claudio Scajola, ministro dello sviluppo energetico si presentò al meeting con suoi colleghi del G8 come uno dei più forti sostenitori per gli investimenti nell'energia pulita, fu una sorpresa per tutti.


La produzione nazionale italiana di gas naturale è diminuita notevolmente nell'ultimo decennio, coprendo solamente il 12% del consumo dell'ultimo anno, mentre i 5,2 milioni di greggio pompati dagli oleodotti nazionali soddisfano solo il 7% del fabbisogno italiano. L'idro-elettricità, o carbone bianco, dalle dighe ( per lo più Alpine) era la più grande fonte domestica di energia. Ma da molti anni e stata eguagliata o superata dalle importazioni di elettricità dai paesi del nord. In un referendum del 1987 gli italiani hanno votato per la chiusura di tre centrali nucleari ancora in funzione.


Di fronte ad una cosi forte dipendenza dalle importazioni, l'Italia ha fatto uno sforzo per sfruttare le fonti rinnovabili che si trovano all'interno dei suoi confini. E' stata per molto tempo il leader europeo nel geotermico, utilizzando per creare energia elettrica il vapore prodotto naturalmente dalle rocce bollenti chilometri sotto terra a Lardarello, in Toscana. Le turbine di Lardarello hanno prodotto 5,5 terawatt orari e Unione Petrolifera, l'associazione delle compagnie petrolifere italiane, unica in Italia a pubblicare regolarmente previsioni sull'energia, crede che questa produzione possa crescere fino a 7,5 Twh nel 2020. Anche così, darebbe solo un piccolo contributo alla domanda totale, che nell'ultimo anno ammontava a 337.6 Twh.


Le prospettive sull'energia eolica sono ancora migliori. Dieci anni fa il contributo del vento nel soddisfare la domanda di energia era piccolo, ma negli ultimi anni le turbine italiane hanno prodotto più energia degli impianti geotermici. Sempre secondo unione petrolifera il vento potrebbe generare 20,5 Twh nel 2020, una produzione tre volte più grande di quella dell'ultimo anno, mentre le produzioni di energie elettrica dalle biomasse potrebbe quasi triplicare per lo stesso periodo.


L'Italia potrebbe non ottenere molto dal suo gas e dal suo petrolio, ma il sole non è mai in piccole dosi e questo potrebbe fornire la migliore prospettiva a lungo termine. Alle fine di quest'anno Enel, la compagnia energetica controllata dallo stato, metterà in servizio una centrale termo-solare da 5 megawatt che sfrutterà questa innovativa tecnologia. In questo settore Enel ha un record, avendo progettato e costruito il primo impianto termo-solare connesso alla rete nazionale più di 30 anni fa. Ha anche completato, nel 1999, la più grande istallazione di fotovoltaico italiana vicino Serre Persano, nel Salernitano. Spagna e Germania hanno recentemente livellato i propri finanziamneti all'energia solare, lasciando l'Italia tra i più generosi al mondo.


I finanziamenti sono cosi ricchi perchè le fonti rinnovabili sono molto costose e non sarebbero competitivi senza questi. Nomisma Energia, un think-tank di settore, stima che l'energia dal fotovoltaico costa alla produzione 0,40 centesimi per kilowatt ora. Inoltre ha stabilito che i prezzi di risosrse come il vento (0,07cent/kWh) e biomasse ( 0,08/kWh) sono più alti di altre fonti come il carbone ( 0,05 cent/kWh con il carbone a 60 dollari la tonnellata) o gas ( 0,06/kWh con il petrolio a 55 dollari al barile. Gli alti costi sono sopportati dagli consumatori. In Italia le tariffe sono più alte rispetto agli altri paesi europei, a causa dell'uso del gas naturale ma anche a causa della scarsa competitività. Economie di scale e migliorie tecnologiche stanno significando un abbassamento del costo del vento, colmando sempre di più il gap con l'energia fossile, specialmente se il prezzo europeo del carbone continua a crescere.

Ma Davide Tabarelli, amministratore di Nomisma Energia, afferma che le previsione di un boom dell'eolico e del solare sono più che ottimistiche e che l'Italia non raggiungerà l'obiettivo europeo del 12% di fornitura rinnovabile entro il 2010. Umberto Quadrino, il capo di Edison, la seconda impresa italiana, è d'accordo. Pensa che l'Italia dovrebbe ritornare sul proprio veto all'energia nucleare. Nel frattempo Enel sta investendo sulle centrali nucleari francesi, con il progetto di esportare l'energia prodotta in Italia. Inoltre già possiede reattori in Slovacchia.

Anche il governo spera di far riviver l'energia nucleare. Ma l'Italia è trattenuta da una prevaricante burocrazia. Il governo afferma che accelererà l'iter per poter costruire nuove centrali nucleari, ma i reattori dovranno affrontare una forte contestazione della popolazione, che preferisce gli impianti eolici e solari. Per il momento, la prima posizione nella classifica delle dipendenze energetiche sembra più che sicura.

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