mercoledì 10 giugno 2009

Sbarramenti e referendum


E' giunta l'ora di dire basta e uscire dal silenzio. Credo che sia giusto farlo ora perchè mai come oggi credo la democrazia in Italia stia fallendo, di pari passo alla crisi del capitalismo.

Quando al posto delle ideologie politiche da attuare si sono sostituite sigle che in realtà dovrebbero già essere garantite dalla costituzione, ovvero la democrazia e la libertà nei nomi dei due maggiori partiti Italiani, ho capito che ci doveva essere qualcosa sotto di bizzarro quanto pericoloso.

La legge che ha consentito al 13,81% degli italiani votanti (ovvero il 3% circa in più della Lega, terzo partito in Italia) di non essere rappresentato al parlamento europeo è una legge proposta e stranamente approvata in fretta e furia dalla stragrande maggioranza di Camera e Senato il 18 febbraio 2009.

Praticamente meno di 4 mesi fa: 230 voti a favore, 15 contrari e 11 astenuti.
La relazione della I commissione permanente del Senato, a firma dei senatori Ceccante del PD e Malan del PDL è del 13 febbraio 2009, quando il segretario del PD era ancora Veltroni, che si dimetterà guarda caso proprio il giorno
precedente all'approvazione definitiva, ovvero il 17 febbraio. Sfido chiunque ad aver letto o ascoltato notizie sull'approvazione di questa legge antidemocratica in quei giorni. Si parlava solo delle dimissioni di Veltroni e dei papabili eredi al trono.

A tutti faceva comodo che non si parlasse di questa approvazione poichè come è risultato rende nulli i voti di 4.236.629 Italiani. Pensate che la tanto acclamata vittoria della Lega si ferma a 3.124.557 voti: un milione centododicimila settantadue voti, persone, uomini in più che dovrebbero avere la stessa dignità, la stessa opportunità di far valere la loro preferenza all'interno del parlamento europeo non possono perchè il PD e il PDL d'accordo hanno deciso che in Italia si debba votare esclusivamente per due partiti. Ma è democrazia questa? E quale libertà? Quella di votare per un grigio sbiadito in alternativa ad un grigio scuro, ed entrambi che all'occorrenza si fanno le leggi per conto proprio? Questa si chiama dittatura, questa si chiama ingiustizia sociale.

C'è un partito in Italia di persone per la maggior parte di sinistra (9,45%), antifascista, laico, ambientalista, fatto di elettori che sognano un Paese migliore, che affronti riforme sociali, politiche umane per uscire dalla crisi del capitalismo, che non vogliono piegarsi alla politica del più forte, del sultano di Arcore o del partito che si dice democratico e propone e vota leggi antidemocratiche.

Questo partito non è rappresentato nè al parlamento europeo nè al parlamento italiano, perchè non può esistere un'opposizione sociale. Un'opposizione su tematiche serie che parta dal basso, dal voto di quei 4.236.629 insoddisfatti del bipolarismo e schifati dal bipartitismo che ci vogliono imporre con il referendum dei prossimi 21 e 22 giugno (ai quali io vi imploro di non andare a votare).

Ci chiedono infatti di votare per avere definitivamente una oligarchia o meglio un duopolio del potere nel nostro paese, con da una parte il male assoluto (ex-fascisti, leghisti e piduisti a non finire) e dall'altra i meno peggio, per la maggior parte democristiani.

Come Franceschini, che prima delle elezioni ha dichiarato che l'avversario politico racconta balle da 15 anni, che è diseducativo, ma che nel secondo governo Prodi - quando nel programma dei primi 100 giorni si sarebbe dovuta attuare la legge sul conflitto d'interessi che avrebbe reso Berlusconi ineleggibile - non si è battuto al fianco dei Verdi, IdV, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani per l'attuazione di questa. E pensare che il PD (l'allora Ulivo) per ben due volte al governo non ha fatto niente, nonostante le sollecitazioni del popolo di sinistra e dei partiti minori.

Questo è ciò a cui stiamo andando incontro, la vera deriva democratica ad opera del "Popolo della libertà" e del "Partito Democratico".

Diego Galuppi

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